Cecchino al secolo Francesco Carta, è venuto a mancare oggi. Una malattia che non perdona l’ha portato via agli affetti dei suoi cari in pochissimo tempo.
Non era neanche giugno quando con un whatsapp ha comunicato che non poteva più arbitrare
perché sottoposto ad una cura intensiva. Ed ora l’epilogo.
Si cecchino era un arbitro di qualità oltre ad essere un eccellente giocatore di lunga data, sin dai tempi del liceo quando con i suoi amici si riuniva per giocare a bridge.
L’ho conosciuto a Roma (quando ancora vivevo lì). L’ho conosciuto al Circolo Paisiello nel quartiere Parioli della capitale.
Lui ed i suoi amici erano venuti per disputare il campionato juniores. Non ricordo la data ma erano gli anni settanta e si viaggiava in treno.
Mente brillante ed intelligenza viva era accompagnata da una certa distrattagine verso la realtà e dai rigorosi tempi degli impegni. E così quando il gruppo delle giovani leve siracusane si ritrovò alla stazione di Siracusa per prendere il treno, lui era assente. Si era addormentato ma non per questo mancò l’appuntamento. Riuscì a recuperare i suoi compagni alla stazione di Catania.
Figlio del Preside Carta, amante delle stelle e della loro osservazione (si era costruito sulla terrazza della sua abitazione un piccolo osservatorio stellare) e questa passione per la ricerca l’aveva trasmessa al figlio che però si era indirizzato nel campo della biologia.
Cecchino ha lasciato i suoi cari ed i suoi due figli ormai grandi
Ci mancherai Cecchino
Lian Santoro
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