Comitato Regionale Sicilia Bridge

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IL MIO AMICO NINO

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Quasi 50 anni fa, era l’estate del 1964, nasceva a Palermo il Bridge in Terrazza; quattro amici appena ventenni (Gaetano La Rocca, Nino Poma, Ninni Abbadessa e Francesco Gattuccio), ospiti nella terrazza di Silvana Volpe, cominciavano a muovere, da autodidatta, i primi passi in un mondo esclusivo e circoscritto a pochi giocatori, non erano infatti più di venti quelli che praticavano un accenno di bridge agonistico.

Misurarsi con i vari Terranova, Curcio, Vanni, Falco e Briguglia, per citare solo quelli scomparsi, era uno stimolo ed un traguardo da raggiungere; i risultati ottenuti da quei ragazzi superarono ogni più rosea aspettativa, a livello regionale, nazionale e per Gaetano anche internazionale (vincitore dei Campionati del M.E.C. in coppia con Enzo Riolo).

Di quei ragazzi Nino era forse il meno tecnico ma certamente il più “giocatore”: quello capace di portare a casa il risultato con le sue intuizioni; “sentiva” infatti le carte e le maneggiava con una semplicità seconda solo alla grinta con cui aggrediva il tavolo da gioco.

Le grandi amarezze, che la vita di tutti i giorni certamente non gli ha risparmiato, scomparivano quando si sedeva al tavolo  verde, quel tavolo 3 che il Circolo da anni gli aveva riservato.

Demoliva sistematicamente i suoi partners, il sottoscritto è fra le vittime più illustri, ma nessuno di questi non poteva non volergli bene perché la sua generosità superava di gran lunga la grinta agonistica che, come pochi, ha saputo trasmettere ai giovani. Lo “zio Nino (così lo hanno chiamato, con grande affetto e rispetto, varie generazioni di suoi “nipoti”) giocava sempre con piacere con tutti loro, bravi e meno bravi, trasmettendo quella passione e quella voglia di vincere che consente di crescere nel gioco e nella vita; uno di loro mi ha confessato che da tanti anni non provava una commozione così grande per i tanti bei ricordi, i tanti momenti insieme che non erano mai solo bridge.

Nino ha sempre amato la vita vissuta intensamente e, nonostante la malattia, la ha continuato ad amare con l’entusiasmo di un giovane, perché se ne è andato senza mai invecchiare.

Francesco Gattuccio

Ultimo aggiornamento Mercoledì 05 Settembre 2012 19:05  

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